lunedì 25 gennaio 2010

Le donne nelle stazioni



A marzo pioveva, io continuavo a viaggiare sui treni e girare per le stazioni; le ragazze sui treni chissà com'è sorridono spesso, e di quei sorrisi che ti fanno dimenticare che sta piovendo.
A gennaio, la stessa ragazza filippina che avevo fotografato allora la trovo nuovamente sul treno. E sorride ancora. Ma sono sempre felici, le ragazze sui treni? Mi giro dalla parte opposta e metto a fuoco il riflesso sdoppiato e traslucido sul finestrino, contro il cielo buio e le luci che sfrecciano a lato dei binari; poi, come se stessi fotografando un fantasma, faccio scattare l'otturatore nel tentativo di catturare sulla pellicola quel sorriso piacevolmente irreale.
Mi viene in mente l'ultima volta che ho visto una certa ragazza, Silvia, poco più grande di me, che conoscevo appena. Erano i primi anni di università; lei aveva una gran voglia di parlare, con una lunga gonna leggera e i piedi nudi tirati su, sul sedile, come in un disegno di Arthur Rackam. Sorrideva, anche lei, da farti perdere la testa. E le parole correvano nel frastuono del treno, dell'aria che entrava per dare sollievo a una giornata afosa di luglio, mentre la stavo ad ascoltare rapito dai riccioli appena accennati e dalle caviglie chiare.
E quanto la dice lunga quella canzone di Gianmaria Testa... "le donne nelle stazioni e certe gonne come aquiloni nella tempesta"...
Sul treno, chissà com'è, sono sempre felici.

Pentax MX, Fujifilm Neopan 400@1600

venerdì 22 gennaio 2010

Punta Falcone



Piombino, Parco Naturale di Punta Falcone.
La mareggiata del 18 luglio 2009.
Da noi capita, di potersi godere il mare anche quando il maestrale picchia forte, le onde si fanno pericolose ma il sole splende.
Ecco cos'è che chiamo casa. Giusto per chi pensa che ci sia solo la fabbrica: qui, da casa, ci si va in dieci minuti a piedi.
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Piombino, Punta Falcone Natural Park.
The July 18th 2009 sea storm.
It happens, here, to be able to enjoy the seaside, even if the northwest wind blows strong, the waves become dangerous but the sun shines.
Here's what I call home. Just for those who think there's only the steel plant here: I can reach this place from home with a ten minutes walk.


Shot in a sunny stormy day with my Canon G9 - RIP, good old tool.

lunedì 4 gennaio 2010

Redscale railways



Ecco i primi risultati di una pellicola redscale casalinga: pellicola Coop (Ferrania quindi). Per chi non sapesse di cosa si tratta il procedimento consiste nel prendere un normale rullino a colori e, in camera oscura (quindi alla cieca) tirare fuori la pellicola, tagliarla, rovesciarla e riarrotolarla in modo da esporla, successivamente, attraverso lo strato di supporto dell'emulsione. L'effetto lo vedete da soli: una forte accentuazione dei toni rossi, come se si usasse un filtro. Occorre sovraesporre di uno stop, quindi una 100 ASA diventa una 50. La parte divertente è stata la scenetta... scendo dal fotografo sotto all'ufficio che ha un minilab per sviluppo rapido e gli lascio il rullino.
Quando passo a riprenderlo ci trovo la moglie al banco che mi fa:
"quel rullino di stamani... ehmm... non l'abbiamo sviluppato."
"E come mai?"
"Beh, è... è strano! Guarda - mi fa vedere il rullino con la linguetta fuori – la pellicola è a rovescio!"
"Certo che è a rovescio, l'ho rovesciata io!"
A questo punto le si è incrinata la faccia e un enorme punto interrogativo ha preso a lampeggiarle in fronte.
Ora, io m'ero dimenticato di specificare, è vero, ma anche loro cosa pensavano che succedesse? Che si evocasse il demonio, con la pellicola rovesciata? O forse che facessi le foto agli spettri? ;-)
Allora mi ha fatto andare nella stanza del lab, dove ho piacevolmente spiegato a suo marito cosa fossero le redscale e come si facessero. Divertente, alla fine. Provate!
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Here's the first results of a homebrewed redscale film: a supermarket film made by Ferrania. For those who don't know, it's grossly taking a common roll of color film and, in the darkroom, flipping the film upside down so that it's exposed through the supporting layer. The effect is in front of you: a strong boost of red tones as if you used a filter. You have to overexpose by one stop, so a 100 ISO becomes a 50. The funny part of the story was the gag... I go down to the photolab near my office, a one-hour-photo minilab, and I leave them the roll.
When I'm back, the photographer's wife, at the counter, says:
"the roll you brought in the morning... well... we didn't process it."
"So why?"
"Well, it's... it's strange! Take a look - and she shows me the roll with the retrieved leader - the film is reversed!"
"Sure, I reversed it!"
Then her face cracked and a big question mark started flashing on her forehead.
Sure, I forgot to tell'em this particular, but what did they think it could happen? Summoning the Devil with a reversed film? Was I shooting ghosts? ;-)
Then she invited me in the lab where I happily explained her husband what a redscale film was and how to make them. Funny, at last. Try it!