mercoledì 5 settembre 2012
martedì 4 settembre 2012
Sumbra
A metà agosto siamo saliti sul monte Sumbra, per dormire in vetta e goderci l'alba. Non ho portato con me macchine digitali, solo la medio formato e la MX col 50 mm e un rullo di Fujicolor C200. Non immaginavo che una pellicola consumer da neanche due euro potesse risultare così piacevole. Unica accortezza: non sovraesporre.
La salita al Sumbra si fa da Capanne di Careggine, poi per una strada sterrata in un bosco alto di faggi, infine la faggeta si apre improvvisa sulla parete verticale del Sumbra Ti immagini che la cima della parete sia la vetta ma questa invece è, insidiosa, solo oltre una seconda e ripida faggeta, un passaggio scoperto sulle rocce e una via di cresta che conduce alla croce.
1765 metri s.l.m., arriviamo a tramonto concluso, la luce è scarsa e non c'è anima viva. Se vai sulla Pania della Croce in questa stagione, come abbiamo già fatto, in vetta trovi più gente che al bar. Beh, non proprio, ma comunque di gente ce n'è. Sul Sumbra invece c'è solo un numeroso gregge di capre che dorme più in basso, a pochi metri. Poggiamo la roba a terra. Nella luce residua del giorno accendo il fornelletto ad alcool autocostruito, un gioiellino tecnologico nella sua semplicità, meno di dieci grammi di peso ma con un'efficienza tale da farci godere una ciotola di minestra bollente. Formaggio, pane, salumi, verdura, poi giusto il tempo di riporre tutto e infilarsi nei sacchi a pelo. Non fa così freddo, la tuta e il berretto di lana per me sono sufficienti. Il cielo è limpido, qualche stella cadente, qualche aereo a distanze non consuete.
La mattina seguente è il chiarore a svegliare gli altri, e loro svegliano me, che in tutta franchezza l'alba me la sarei persa se fossi stato solo! Però il sole è veloce a salire, torno al mio fornello e scaldiamo l'acqua per il caffè. Le bandiere da preghiera tibetane che qualcuno ha appeso alla croce sventolano nell'aria fresca del mattino. Poi, finita la colazione e finito di goderci il panorama che è davvero spettacolare, iniziano ad arrivare i primi folli che sono partiti prima dell'alba per salire e che scenderanno col sole a picco. Non li invidio mica per niente.
Dalla vetta del Sumbra il paesaggio è spettacolare: gli Appennini a est, il cerchio delle Apuane tutto intorno; oltre le alpi, il mare. Tutto. Da La Spezia a Livorno. Del resto anche di notte si intuiva, dalla striscia infinita di luci della costa alle chiazze luminose dei paesi in Garfagnana. Faccio uno schizzo veloce del bivacco, qualche foto, poi inizia la discesa. Le foto, eccole. Presto posterò anche gli scatti in medio formato.
La salita al Sumbra si fa da Capanne di Careggine, poi per una strada sterrata in un bosco alto di faggi, infine la faggeta si apre improvvisa sulla parete verticale del Sumbra Ti immagini che la cima della parete sia la vetta ma questa invece è, insidiosa, solo oltre una seconda e ripida faggeta, un passaggio scoperto sulle rocce e una via di cresta che conduce alla croce.
1765 metri s.l.m., arriviamo a tramonto concluso, la luce è scarsa e non c'è anima viva. Se vai sulla Pania della Croce in questa stagione, come abbiamo già fatto, in vetta trovi più gente che al bar. Beh, non proprio, ma comunque di gente ce n'è. Sul Sumbra invece c'è solo un numeroso gregge di capre che dorme più in basso, a pochi metri. Poggiamo la roba a terra. Nella luce residua del giorno accendo il fornelletto ad alcool autocostruito, un gioiellino tecnologico nella sua semplicità, meno di dieci grammi di peso ma con un'efficienza tale da farci godere una ciotola di minestra bollente. Formaggio, pane, salumi, verdura, poi giusto il tempo di riporre tutto e infilarsi nei sacchi a pelo. Non fa così freddo, la tuta e il berretto di lana per me sono sufficienti. Il cielo è limpido, qualche stella cadente, qualche aereo a distanze non consuete.
La mattina seguente è il chiarore a svegliare gli altri, e loro svegliano me, che in tutta franchezza l'alba me la sarei persa se fossi stato solo! Però il sole è veloce a salire, torno al mio fornello e scaldiamo l'acqua per il caffè. Le bandiere da preghiera tibetane che qualcuno ha appeso alla croce sventolano nell'aria fresca del mattino. Poi, finita la colazione e finito di goderci il panorama che è davvero spettacolare, iniziano ad arrivare i primi folli che sono partiti prima dell'alba per salire e che scenderanno col sole a picco. Non li invidio mica per niente.
Dalla vetta del Sumbra il paesaggio è spettacolare: gli Appennini a est, il cerchio delle Apuane tutto intorno; oltre le alpi, il mare. Tutto. Da La Spezia a Livorno. Del resto anche di notte si intuiva, dalla striscia infinita di luci della costa alle chiazze luminose dei paesi in Garfagnana. Faccio uno schizzo veloce del bivacco, qualche foto, poi inizia la discesa. Le foto, eccole. Presto posterò anche gli scatti in medio formato.
lunedì 3 settembre 2012
Fiera di S.Rocchino
Cinquale, fiera di S.Rocchino.
C'è un'età alla quale è sempre lecito emozionarsi per i fuochi d'artificio, fantasticare sulle cose della vita, raccontarsi sogni e speranze, entusiasmarsi per cose ben più grandi di noi.
Poi viene un'età alla quale, come per controbilanciare, ci si entusiasma per le piccole cose, si apprezzano momenti brevissimi e certi minuscoli particolari fanno la felicità di una sera.
Come scattare una certa foto, con una pellicola da neanche due euro a cui nessuno darebbe una lira, la macchina appoggiata sui sandali, i piedi nella sabbia fresca, un tempo di posa improbabilmente lungo.
Ecco.
La gioia di prendere in mano il negativo e constatare che lo scatto c'è.
Buona fortuna, bimbe.
Vi aspettano grandi sogni e piccole cose di cui essere felici.
C'è un'età alla quale è sempre lecito emozionarsi per i fuochi d'artificio, fantasticare sulle cose della vita, raccontarsi sogni e speranze, entusiasmarsi per cose ben più grandi di noi.
Poi viene un'età alla quale, come per controbilanciare, ci si entusiasma per le piccole cose, si apprezzano momenti brevissimi e certi minuscoli particolari fanno la felicità di una sera.
Come scattare una certa foto, con una pellicola da neanche due euro a cui nessuno darebbe una lira, la macchina appoggiata sui sandali, i piedi nella sabbia fresca, un tempo di posa improbabilmente lungo.
Ecco.
La gioia di prendere in mano il negativo e constatare che lo scatto c'è.
Buona fortuna, bimbe.
Vi aspettano grandi sogni e piccole cose di cui essere felici.
Iscriviti a:
Post (Atom)