venerdì 21 dicembre 2012
lunedì 17 dicembre 2012
lunedì 3 dicembre 2012
La 'Mat e l'otturatore bloccato
Succede sempre così. Le cose si rompono quando ti servono, anzi, un attimo prima. E' per questo che non ho portato con me la YashicaMat in Portogallo, anche se già da tempo avevo comprato abbondante pellicola in formato 120. Stavo finendo un rullo di Provia quando l'otturatore ha iniziato a insospettirmi. Va bene che è silenzioso, ma così era davvero troppo.
Avrei scoperto dopo poco la triste verità, ovvero che era silenzioso perché non scattava affatto. Tutto il resto pareva funzionare alla perfezione.
Così, innervosito dalla situazione, ho lasciato la biottica su un comodino in attesa di avere il tempo e la tranquillità di vedere cosa non andasse. Consigli su FAI, letture di interventi su altre macchine per problematiche anche appena analoghe e alla fine una decisione: apriamo.
Smontare una YashicaMat non è difficile, basta sapere cosa svitare e soprattutto dove si trovano le viti. L'otturatore Copal MXV non scattava per un motivo che avrei scoperto solo disassemblandone la scocca: una camma bloccata. E' assolutamente fondamentale capire che per testarne le componenti non è necessario smontare la placca frontale, quella che contiene entrambe le lenti, per intendersi; anzi, sarebbe stupido farlo perché poi il riassemblaggio senza adeguati strumenti di misurazione potrebbe mettere a rischio la planarità degli obiettivi e sballare la giusta distanza dal piano focale causando fastidiosi problemi di back-focus o front-focus.
Insomma, in sostanza si è trattato di un controllo generale delle connessioni, una pulizia dei meccanismi e un po' di... ginnastica.
La 'Mat scatta, correttamente su tutti i tempi di posa. E' l'ora di dare dignità a quei rulli.
martedì 16 ottobre 2012
mercoledì 5 settembre 2012
martedì 4 settembre 2012
Sumbra
A metà agosto siamo saliti sul monte Sumbra, per dormire in vetta e goderci l'alba. Non ho portato con me macchine digitali, solo la medio formato e la MX col 50 mm e un rullo di Fujicolor C200. Non immaginavo che una pellicola consumer da neanche due euro potesse risultare così piacevole. Unica accortezza: non sovraesporre.
La salita al Sumbra si fa da Capanne di Careggine, poi per una strada sterrata in un bosco alto di faggi, infine la faggeta si apre improvvisa sulla parete verticale del Sumbra Ti immagini che la cima della parete sia la vetta ma questa invece è, insidiosa, solo oltre una seconda e ripida faggeta, un passaggio scoperto sulle rocce e una via di cresta che conduce alla croce.
1765 metri s.l.m., arriviamo a tramonto concluso, la luce è scarsa e non c'è anima viva. Se vai sulla Pania della Croce in questa stagione, come abbiamo già fatto, in vetta trovi più gente che al bar. Beh, non proprio, ma comunque di gente ce n'è. Sul Sumbra invece c'è solo un numeroso gregge di capre che dorme più in basso, a pochi metri. Poggiamo la roba a terra. Nella luce residua del giorno accendo il fornelletto ad alcool autocostruito, un gioiellino tecnologico nella sua semplicità, meno di dieci grammi di peso ma con un'efficienza tale da farci godere una ciotola di minestra bollente. Formaggio, pane, salumi, verdura, poi giusto il tempo di riporre tutto e infilarsi nei sacchi a pelo. Non fa così freddo, la tuta e il berretto di lana per me sono sufficienti. Il cielo è limpido, qualche stella cadente, qualche aereo a distanze non consuete.
La mattina seguente è il chiarore a svegliare gli altri, e loro svegliano me, che in tutta franchezza l'alba me la sarei persa se fossi stato solo! Però il sole è veloce a salire, torno al mio fornello e scaldiamo l'acqua per il caffè. Le bandiere da preghiera tibetane che qualcuno ha appeso alla croce sventolano nell'aria fresca del mattino. Poi, finita la colazione e finito di goderci il panorama che è davvero spettacolare, iniziano ad arrivare i primi folli che sono partiti prima dell'alba per salire e che scenderanno col sole a picco. Non li invidio mica per niente.
Dalla vetta del Sumbra il paesaggio è spettacolare: gli Appennini a est, il cerchio delle Apuane tutto intorno; oltre le alpi, il mare. Tutto. Da La Spezia a Livorno. Del resto anche di notte si intuiva, dalla striscia infinita di luci della costa alle chiazze luminose dei paesi in Garfagnana. Faccio uno schizzo veloce del bivacco, qualche foto, poi inizia la discesa. Le foto, eccole. Presto posterò anche gli scatti in medio formato.
La salita al Sumbra si fa da Capanne di Careggine, poi per una strada sterrata in un bosco alto di faggi, infine la faggeta si apre improvvisa sulla parete verticale del Sumbra Ti immagini che la cima della parete sia la vetta ma questa invece è, insidiosa, solo oltre una seconda e ripida faggeta, un passaggio scoperto sulle rocce e una via di cresta che conduce alla croce.
1765 metri s.l.m., arriviamo a tramonto concluso, la luce è scarsa e non c'è anima viva. Se vai sulla Pania della Croce in questa stagione, come abbiamo già fatto, in vetta trovi più gente che al bar. Beh, non proprio, ma comunque di gente ce n'è. Sul Sumbra invece c'è solo un numeroso gregge di capre che dorme più in basso, a pochi metri. Poggiamo la roba a terra. Nella luce residua del giorno accendo il fornelletto ad alcool autocostruito, un gioiellino tecnologico nella sua semplicità, meno di dieci grammi di peso ma con un'efficienza tale da farci godere una ciotola di minestra bollente. Formaggio, pane, salumi, verdura, poi giusto il tempo di riporre tutto e infilarsi nei sacchi a pelo. Non fa così freddo, la tuta e il berretto di lana per me sono sufficienti. Il cielo è limpido, qualche stella cadente, qualche aereo a distanze non consuete.
La mattina seguente è il chiarore a svegliare gli altri, e loro svegliano me, che in tutta franchezza l'alba me la sarei persa se fossi stato solo! Però il sole è veloce a salire, torno al mio fornello e scaldiamo l'acqua per il caffè. Le bandiere da preghiera tibetane che qualcuno ha appeso alla croce sventolano nell'aria fresca del mattino. Poi, finita la colazione e finito di goderci il panorama che è davvero spettacolare, iniziano ad arrivare i primi folli che sono partiti prima dell'alba per salire e che scenderanno col sole a picco. Non li invidio mica per niente.
Dalla vetta del Sumbra il paesaggio è spettacolare: gli Appennini a est, il cerchio delle Apuane tutto intorno; oltre le alpi, il mare. Tutto. Da La Spezia a Livorno. Del resto anche di notte si intuiva, dalla striscia infinita di luci della costa alle chiazze luminose dei paesi in Garfagnana. Faccio uno schizzo veloce del bivacco, qualche foto, poi inizia la discesa. Le foto, eccole. Presto posterò anche gli scatti in medio formato.
lunedì 3 settembre 2012
Fiera di S.Rocchino
Cinquale, fiera di S.Rocchino.
C'è un'età alla quale è sempre lecito emozionarsi per i fuochi d'artificio, fantasticare sulle cose della vita, raccontarsi sogni e speranze, entusiasmarsi per cose ben più grandi di noi.
Poi viene un'età alla quale, come per controbilanciare, ci si entusiasma per le piccole cose, si apprezzano momenti brevissimi e certi minuscoli particolari fanno la felicità di una sera.
Come scattare una certa foto, con una pellicola da neanche due euro a cui nessuno darebbe una lira, la macchina appoggiata sui sandali, i piedi nella sabbia fresca, un tempo di posa improbabilmente lungo.
Ecco.
La gioia di prendere in mano il negativo e constatare che lo scatto c'è.
Buona fortuna, bimbe.
Vi aspettano grandi sogni e piccole cose di cui essere felici.
C'è un'età alla quale è sempre lecito emozionarsi per i fuochi d'artificio, fantasticare sulle cose della vita, raccontarsi sogni e speranze, entusiasmarsi per cose ben più grandi di noi.
Poi viene un'età alla quale, come per controbilanciare, ci si entusiasma per le piccole cose, si apprezzano momenti brevissimi e certi minuscoli particolari fanno la felicità di una sera.
Come scattare una certa foto, con una pellicola da neanche due euro a cui nessuno darebbe una lira, la macchina appoggiata sui sandali, i piedi nella sabbia fresca, un tempo di posa improbabilmente lungo.
Ecco.
La gioia di prendere in mano il negativo e constatare che lo scatto c'è.
Buona fortuna, bimbe.
Vi aspettano grandi sogni e piccole cose di cui essere felici.
giovedì 30 agosto 2012
venerdì 3 agosto 2012
Nara [rescan]
Come ogni cosa, anche le tecniche di scansione si affinano.
Questo è un rescan del negativo già pubblicato, potete confrontarlo con la vecchia foto. Secondo me non c'è paragone.
martedì 31 luglio 2012
Malbacco
A Seravezza c'è un fiume, il Serra, che scende il suo breve e ripido percorso fino a incontrarsi col Vezza (da cui il toponimo Seravezza) per generare il fiume Versilia.
Risalendo il Serra fino a Riomagno e poco più su, lo spettacolo che danno le polle e i salti è impressionante.
E d'estate piena, tenerci anche soltanto i piedi in bagno, è rigenerante, specialmente per me che patisco il caldo come una bestia.
Risalendo il Serra fino a Riomagno e poco più su, lo spettacolo che danno le polle e i salti è impressionante.
E d'estate piena, tenerci anche soltanto i piedi in bagno, è rigenerante, specialmente per me che patisco il caldo come una bestia.
lunedì 16 luglio 2012
mercoledì 20 giugno 2012
Catherine MacLellan
Lovely gig. Really. That's why, after getting "Silhouette" the very same day, I bought all of her other albums on True North Records' online store ;-)
Shot on six years expired Kodak 200 color film, Pentax MX.
lunedì 28 maggio 2012
Ma p'tite Marseille, encore
Ancora una volta.
Piombino come Marsiglia, l'ovvietà del vivere popolare, l'arrangiarsi.
Accontentarsi di una giornata di sole.
Quantomeno serve a far asciugare il bucato, sempre che non tiri lo scirocco e non faccia in modo che l'umido e il puzzo della fabbrica si attacchino alla biancheria e lo spolverino renda tutti i colori uniformemente grigiastri.
Che tanto, ormai, siamo noi a essere così: grigiastri, umidi e fumosi; altro che biancheria.
Ma c'è il sole, oggi.
E' primavera.
Anche qui, nella mia piccola Marsiglia.
-
p.s.: dopo questo scatto la YasicaMat m'è caduta sull'asfalto da un metro e mezzo d'altezza; si è piegata la placchetta frontale, si è aperto a libro il pozzetto, ma tutto continua a funzionare perfettamente, nonostante la rottura di un piccolo perno che riparerò presto.
Mi domando che sarebbe successo a una moderna performantissima reflex digitale.
Tzé.
Shot on FujiFilm Provia 400X, YashicaMat
mercoledì 16 maggio 2012
martedì 15 maggio 2012
Gente di FAI - raduno di primavera a Roma
Ad Aprile l'Insetto Scoppiettante era in giro per il viterbese e non potevamo farci mancare una visita a Roma, un po' per il gusto di scorrazzare per le strade in Vespa, un po' perché Santa Cloudy ha organizzato un miniraduno lampo del FAI, ovvero il gruppo di Fotografia Analogica - Italia su flickr.
Come perdere quest'occasione?
Ed ecco che, in un paio di mezze giornate romane, abbiamo fatto la conoscenza di un bel po' di FAIsti, che sono molto meglio dal vivo che su flickr e come degli oranghi impazziti ci siamo fotografati a vicenda.
Su pellicola, s'intende.Ed ecco che, in un paio di mezze giornate romane, abbiamo fatto la conoscenza di un bel po' di FAIsti, che sono molto meglio dal vivo che su flickr e come degli oranghi impazziti ci siamo fotografati a vicenda.
Siamo concreti, noi, che diamine.
Davvero due belle giornate, spero che capiti di nuovo l'occasione.
-
Fujifilm Superia Xtra 400, Pentax MX
venerdì 11 maggio 2012
Gomme
Cecina, distributore di benzina.
Il primo rullo scattato con la piccola Ricoh 500 RF.
Due settimane dopo non ce n'era più neanche una.
lunedì 7 maggio 2012
lunedì 16 aprile 2012
mercoledì 4 aprile 2012
lunedì 2 aprile 2012
Anagramma
"Guardare, cercare, trovare già pronta felicità che sappiamo quasi fosse anagramma di "facilità" barando su un'unica lettera".
Questo, almeno, finché non danno il via al cantiere per il recupero dello stabile, visto che ora è tutto recintato.
mercoledì 28 marzo 2012
venerdì 23 marzo 2012
giovedì 15 marzo 2012
Pericoloso sovversivo
E' evidente no?
Sono un pericoloso sovversivo.
Per questo, mentre scattavo questa foto, mi hanno fermato i Carabinieri, facendomi un sacco di domande, dove vivessi, dove lavorassi, e chiedendomi cosa stessi fotografando.
"Fotografavo il sagolino" ho risposto io.
Classica risposta sovversiva. "Cosa sarà il sagolino?", si saranno chiesti. Gliel'ho letto sul volto.
Ricordatevelo. Mai, dico mai fotografare sagole, corde, scotte e cime. Siete sospetti.
Sospetti in quanto è evidente che stiate tentando di dissimulare un palese interesse terroristico e stiate cercando di architettare un attentato a... beh, è ovvio: alla fogna che sta a cinque metri di distanza.
Che diamine.
Terroristi!
O comunisti. Chissà, sara stata la kefiah rossa che avevo al collo.
Fatto sta che ora mi guardo bene dal fotografare i sagolini. E' pericoloso.
Tornerò alla mia amata street photography. Lo sapevo, io, che era meglio lasciar perdere.
martedì 6 marzo 2012
giovedì 23 febbraio 2012
Les marins perdus
"Diamantis la seguì con lo sguardo. Non l'aveva cercata, Mariette. Era venuta verso di lui, come una nave verso un marinaio perduto. E lui era d'accordo a imbarcarsi con lei, e fare quel viaggio."
[Jean-Claude Izzo, Marinai perduti]
lunedì 20 febbraio 2012
venerdì 17 febbraio 2012
lunedì 30 gennaio 2012
Kabukicho
Kabukicho.
Ecco, vorrei uscire da qui e farmi un giro a Kabukicho, in mezzo al casino di gente, luci e suoni. Vorrei fermarmi a mangiare qualcosa di bollente, tirare giù un paio di birre, girare in mezzo ad assurdi centri commerciali e negozi di elettronica inutile.
Questo ingresso non te lo dimentichi. E' l'ingresso del posto perfetto per staccare; il luogo dove, se vuoi, puoi spingerti oltre ma se non vuoi nessuno ti coinvolgerà in nulla di bizzarro. Pornoshop e templi, fianco a fianco. Del resto che problema c'è?
Per esempio, che non mi trovo a Tokyo ma a San Vincenzo.
Roba da depressione.
Col rischio di cronicizzare.
Stasera faccio il kombu dashi.
Poi, bollente, lo prendo endovena.
mercoledì 25 gennaio 2012
Pesce secco - dried fish
Neanche fossimo a Kanazawa...
Occhiate appese a seccare.
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Shot on expired (2006) Kodak 200 film, Yashica Partner
lunedì 23 gennaio 2012
JCS & MM
I processed a roll from last summer, it stayed into my very first camera for months; it's a cheap plastic Yashica camera and it's capable of stunning you. This is a photograph taken during Joanna Chapman-Smith and Mat Martin's show in early summer. Lovely music, that perfectly matches this lovely light.
Never distrust an old cheap camera, it's actually all about the subject and the photographer. All about the eye.
Oh, and the music too :-)
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Shot on expired (2006) Kodak 200 film, Yashica Partner
Never distrust an old cheap camera, it's actually all about the subject and the photographer. All about the eye.
Oh, and the music too :-)
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Shot on expired (2006) Kodak 200 film, Yashica Partner
giovedì 19 gennaio 2012
La Fabbrica
La Fabbrica
Pioveva come se ci fosse il timore che la piogga sarebbe scomparsa per non tornare più.
Pioveva furiosamente, una di quelle sciroccate che ti piegano in due sull'asfalto dopo averti infradiciato le ossa.
La Fabbrica, immersa in un crepuscolo malsano, risplendeva di mille luci: le lampade di servizio, le luci di sicurezza, le scintille, le fiamme degli sfiati, i neon tremolanti e le rotonde e giallastre lampade al sodio che rendevano tutto quanto immerso in un'umida malaria che sembrava portata direttamente dalla palude circostante.
Chiuse la portiera del furgone, sbattendola involontariamente per il vento, poi si calco' il berretto in testa e si avviò verso il cancello. Ancora un paio d'ore e sarebbe stato Natale, un Natale che nessuno avrebbe voluto passare attorno alle vasche di decantazione o ai pannelli delle valvole; un Natale in cui il lavoro necessario di pochi disgraziati faceva in modo che tutti gli altri potessero stare insieme, fare festa, cenare nel salotto buono, con l'albero acceso e i pacchi in attesa di essere aperti, i bambini che non vogliono andare a dormire e magari anche il camino acceso.
Turno di notte. Poi al mattino avrebbe staccato, sarebbe tornato al furgone, sarebbe rientrato a casa, una casa in cui viveva ormai da solo da almeno cinque anni, dove nessuno avrebbe lasciato un regalo.
Era ormai al cancello e tutto sommato, pensò, le luci della Fabbrica la facevano sembrare un enorme albero di Natale disteso a terra, scintillante di decorazioni in lenta intermittenza. Una notte di lavoro come tante.
Nelle auto che sfrecciavano sulla provinciale, a poche decine di metri, qualcuno si voltò a guardare, mentre rientrava a casa, e per un attimo pensò anche a lui, pur non sapendolo.
La pioggia continuava a scrosciare.
Pioveva furiosamente, una di quelle sciroccate che ti piegano in due sull'asfalto dopo averti infradiciato le ossa.
La Fabbrica, immersa in un crepuscolo malsano, risplendeva di mille luci: le lampade di servizio, le luci di sicurezza, le scintille, le fiamme degli sfiati, i neon tremolanti e le rotonde e giallastre lampade al sodio che rendevano tutto quanto immerso in un'umida malaria che sembrava portata direttamente dalla palude circostante.
Chiuse la portiera del furgone, sbattendola involontariamente per il vento, poi si calco' il berretto in testa e si avviò verso il cancello. Ancora un paio d'ore e sarebbe stato Natale, un Natale che nessuno avrebbe voluto passare attorno alle vasche di decantazione o ai pannelli delle valvole; un Natale in cui il lavoro necessario di pochi disgraziati faceva in modo che tutti gli altri potessero stare insieme, fare festa, cenare nel salotto buono, con l'albero acceso e i pacchi in attesa di essere aperti, i bambini che non vogliono andare a dormire e magari anche il camino acceso.
Turno di notte. Poi al mattino avrebbe staccato, sarebbe tornato al furgone, sarebbe rientrato a casa, una casa in cui viveva ormai da solo da almeno cinque anni, dove nessuno avrebbe lasciato un regalo.
Era ormai al cancello e tutto sommato, pensò, le luci della Fabbrica la facevano sembrare un enorme albero di Natale disteso a terra, scintillante di decorazioni in lenta intermittenza. Una notte di lavoro come tante.
Nelle auto che sfrecciavano sulla provinciale, a poche decine di metri, qualcuno si voltò a guardare, mentre rientrava a casa, e per un attimo pensò anche a lui, pur non sapendolo.
La pioggia continuava a scrosciare.
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Grazie a Cristiana, che mi ha permesso di utilizzare queste parole che avevo scritto per una sua foto :-)
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